di Andrea Pellegrino
Altro che norma anti De Luca. A Palazzo Santa Lucia ne sono convinti: “norma o non norma per l’incandidabilità dei sindaci, De Luca è l’unico primo cittadino che potrà candidarsi”. Il perché? Presto detto: la decadenza dalla carica di sindaco stabilita del tribunale di Salerno all’indomani del ricorso presentato dai parlamentari salernitani del Movimento 5 stelle (all’epoca del doppio incarico di Vincenzo De Luca), ad oggi sospesa per l’appello presentato dallo stesso primo cittadino, la cui udienza è fissata per il prossimo 2 ottobre. Insomma per Caldoro, «questa norma danneggerebbe solo gli altri amministratori comunali. Ecco perché andrà modificata». A far chiarezza è anche Antonio Fasolino, segretario provinciale del Nuovo Psi (partito del Governatore) ed attuale presidente del consorzio aeroporto “Costa d’Amalfi”: «Vincenzo De Luca è l’unico che potrà candidarsi senza aver nessun tipo di problemi. Questo è evidentemente un vantaggio rispetto agli altri. A gennaio il Tribunale di Salerno lo ha dichiarato decaduto dalla carica di sindaco. Giuridicamente non è più sindaco e quindi non si applica la norma che sta per essere prodotta dal Consiglio regionale della Campania». Entro giovedì il collegato al bilancio 2014 (che contiene appunto le nuove disposizioni per le candidature regionali) dovrebbe approdare in aula consiliare, con le modifiche annunciate dallo stesso Governatore Stefano Caldoro, nonché da alcuni consiglieri regionali di maggioranza. Correttivi che riguarderebbero, quindi, l’incandidabilità e le soglie di sbarramento per le liste di partito o civiche. Quanto all’incandidabilità, i sindaci (di comuni superiori ai 15mila abitanti), consiglieri ed assessori, aspiranti governatori o consiglieri regionali, dovranno dimettersi non più sei mesi prima dall’apertura delle urne, bensì all’atto dell’accettazione della candidatura. Praticamente circa un mese prima dalle elezioni. E nel caso di dimissioni dalla carica di sindaco, si dovrebbe procedere poi alla nomina di un commissario prefettizio e la fissazione di nuove elezioni per il Comune alla prima data utile. «Mi sembra che sia giusto così – dice Fasolino – consentirebbe a tutti pari diritti e condizioni». Sulle soglie di sbarramento (ipotizzate fino al 10 per cento) si cerca invece una mediazione tra i partiti. Con molta probabilità la percentuale scenderà sostanzialmente e naturalmente soglie più basse saranno previste per i partiti che andranno in coalizione.